martedì 3 dicembre 2013

Prostituzione, il centrodestra lombardo: "Un referendum contro la legge Merlin"


A sei mesi dalla proposta di legge per legalizzare e regolamentare la prostituzione presentata dalla Lega Nord al Senato, il centrodestra in Lombardia torna all'attacco della legge Merlin (che nel 1958 ha messo fuori norma le case chiuse) proponendo un referendum per cancellarla. Almeno in parte. "Non ha più alcun senso nascondersi dietro ipocrisie e tabù - aveva spiegato lo scorso giugno il capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimo Bitonci - La prostituzione è un fenomeno che esiste da sempre e il 75 per cento degli italiani è favorevole alla sua regolamentazione, anche per fermare ogni sfruttamento e violenza".

E in un momento di crisi economica "far emergere questo giro d'affari enorme - aveva aggiunto - significa per lo Stato e gli enti locali incassare abbastanza risorse per evitare non solo ulteriori aumenti delle tasse ma anche per abbassare una serie di imposte". Questa volta la proposta parte dalla maggioranza in Regione Lombardia. L'idea è quella di sfruttare l'articolo 75 della Costituzione: la norme prevede la possibilità di indire un referendum popolare non solo se si raccolgono 500mila firme, ma anche se viene richiesto da cinque consigli regionali. Lo stesso sistema utilizzato (per la prima volta) da nove Regioni per chiedere l'abrogazione della norma che prevede il taglio di 969 uffici in tutto il Paese fra tribunali, Procure e sedi distaccate. Una richiesta che ha avuto il via libera della Cassazione e su cui la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi.
Il referendum sulla legge Merlin - per gli ideatori - è un modo per togliere le prostitute dalle strade, facendo in modo che la loro diventi una professione e anche che paghino le tasse. La proposta, partita dalla Lega Nord e poi allargata al centrodestra, sarà presentata in una conferenza stampa al Pirellone dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo, da Giulio Gallera (Fi ), Stefano Bruno Galli (Lista Maroni) e dal capogruppo di Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato. Da parlamentare, De Corato aveva presentato una proposta di legge sulla questione. E quando era vicesindaco di Milano aveva chiesto al governo di rendere reato la prostituzione in strada.
La legge Merlin entrò in vigore il 20 settembre 1958 e chiuse in Italia le case di tolleranza. Un decennio prima, il 16 agosto 1948, la senatrice socialista Angelina Merlin aveva presentato il primo disegno di legge. Quel primo progetto venne approvato dal Senato nel 1952, ma la fine della legislatura non gli permise di diventare legge. Fu così ripresentato l'anno dopo, ma subì un lunghissimo iter parlamentare. Per tutto il dibattito gli oppositori fecero leva in primo luogo sui pericoli igienici-sanitari. L'Italia aspirava a entrare nell'Onu, però, e per farlo doveva abolire
la prostituzione di Stato. Il progetto diventerà legge dello Stato il 20 febbraio 1958, con il parere contrario dei missini e dei monarchici. E anche in Italia, come nel resto d'Europa, lo Stato non ha più il controllo della prostituzione.
In quel momento le 'case chiuse' erano 560 e ospitavano 2.700 prostitute. La legge ha abrogato le disposizioni emanate dal governo Crispi nel dicembre 1883 punendo il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione